6 luglio 2007
LA LEGALITA'...
I
Nomadi tempo fa cantavano Dio è morto. Io oggi canterei l’onesta è morta, dilaniata dal virus dell’illegalità diffusa,
dal clientelismo strisciante, e da un senso dello stato che mal si adatta al
costume italiano. Legalità significa osservanza delle leggi, cioè il rispetto
delle norme democratiche che regolano la vita civile. Lo stato deve essere il
primo garante della legalità, praticando quei comportamenti corretti che poi si
esigono dai cittadini e assicurando alla giustizia i criminali. Quando penso però che le leggi vigenti nel nostro ordinamento sono il
frutto del “lavoro” di politici, molto spesso pregiudicati, che per legge non
potrebbero sedere in parlamento, mi viene da pensare che lo stato di diritto in
Italia non esiste. Quando si tratta di conservare il potere il concetto di
legalità viene diluito in un mare di cavilli procedurali, ahimé, validi
soltanto per i pochi privilegiati. L’esempio tipico è l’On. Previti, interdetto
in perpetuo dai pubblici uffici con sentenza passata in giudicato, ma tuttora parlamentare.
Vaffanculo ai politici!!! Penso che come me molta gente si sia stancata si
sentirli parlare di legalità, di merito, di uguaglianza. Convinciamoci che fin
quando la politica sarà di appannaggio
di gente corrotta e pregiudicata, in Italia non ci sarà spazio per il merito e
per la legalità. Quando all’interno di uno stato esistono caste di privilegiati
non si può parlare di uguaglianza.
“Queste, allora, saranno alcune delle
caratteristiche della democrazia... essa sarà, con tutta probabilità, una
comunità piacevole, senza legge, variegata, che tratta tutti allo stesso modo
in un rapporto di uguaglianza, che essi siano veramente uguali oppure no”. -Platone-
“Il sentimento di giustizia è così
universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge,
partito o religione”. -Voltaire- 
legalità futuro onestà
| inviato da parteattiva il 6/7/2007 alle 13:10 | |
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