2 febbraio 2011
Elezioni in primavera
Mancano ormai poche ore al voto di fiducia e risulta estremamente
difficile fare previsioni su quel che accadrà dopo. Sono mesi che
l’azione di governo è paralizzata da una crisi di potere più che
politica. Non è la condizione economica e sociale dell’Italia a
preoccupare i protagonisti di questa crisi, ma la propria collocazione
futura nei posti di comando. Potere, questo si stanno contendendo
Berlusconi, Fini e Casini. Una partita tutta interna al centro-destra,
una contesa che lascerà morti e feriti (politicamente parlando) sul
campo in nome del bene del Paese. Si dice che è da irresponsabili andare
al voto in queste condizioni – c’è la crisi economica - ma l’analisi
del contesto mostra l’evidente ipocrisia di una simile affermazione. Non
si governa, il Parlamento è fermo, non c’è una maggioranza né si
intravedono future maggioranze politiche. Cui prodest il
prolungamento dell’agonia politica? Agli italiani, che più passano i
giorni e più si allontanano da questa politica indecente? Ai partiti
politici, ai parlamentari, ai poteri forti?
Tutti, tranne il Pdl, chiedono il governo istituzionale. Per fare
cosa? La legge elettorale. Già, le preferenze, il diritto dei cittadini a
poter scegliere il proprio rappresentante, la democrazia. A questo
punto dovremmo pensare che ci sia un’intesa tra le forze parlamentari
sul tipo di legge elettorale da varare. E invece, tranne un tentativo di far nascere un nuovo mostro, a noi comuni mortali non è dato sapere come procede il lavoro dei saggi.
Berlusconi continua a parlare di comunisti e di traditori (anche lui
dice la verità qualche volta) e per smentirlo il Pd ha nominato
responsabile delle riforme istituzionali (e quindi anche per la legge
elettorale) il saggio Luciano Violante, che nelle sue lezioni in giro
per l’Italia orgogliosamente si definisce “un comunista democratico”
(?).
Per il bene del Paese, care (in tutti i sensi) forze politiche
responsabili, fate calare il sipario su questa legislatura. Andiamo a
votare. Magari, se non è chiedere troppo, cari segretari di partito,
dato che la legge elettorale è uno strumento, provate ad utilizzarlo
bene. Meno collaboratori, parenti, amanti e amici. Più teste pensanti,
potrebbero tornarvi utili ma soprattutto ne ha bisogno l’Italia. Antonio Bruno Pubblicato su the Front Page il 13 dicembre 2010.
|